A cosa servono le emozioni? Se si sono mantenute lungo tutta l'evoluzione dell'essere umano, è perché hanno un'utilità per la sopravvivenza.
In breve:
GIOIA: dispone a un’interazione amichevole, esprime sintonia con se stessi e con il contesto;
DISGUSTO: consente di evitare qualcuno o qualcosa fuori e/o dentro di sé;
SORPRESA: prepara ad assimilare una nuova esperienza, amplia il campo visivo e mentale (pensiamo agli occhi spalancati della sorpresa);
TRISTEZZA: ci obbliga a soffermarci, a stare con se stessi e stimola gli altri a consolarci;
PAURA: permette di comprendere la minaccia, di evitare un pericolo interno o esterno;
RABBIA: sostiene nel superare un ostacolo, nel raggiungere l’obiettivo (spesso è un modo per contrastare la paura).
E allora…
- Ascolta davvero le emozioni dei bambini: dietro a ogni comportamento (anche a quelli che chiamiamo spesso superficialmente “capricci”) c’è un’emozione che va ascoltata; dall'ascolto può nascere, per esempio, il rispetto per l’autoregolazione del bambino (a suo modo sta affrontando ciò che gli accade) o un contenimento, se il piccolo si sente sovrastare dalle emozioni, oppure un avvicinarsi a lui in maniera sintonizzata e rispecchiante;
- Ascolta il tuo corpo, ascolta le sensazioni che provi e aiuta il bambino ad ascoltare e vivere il proprio corpo, perché, anche se piccolo, può imparare a far proprie le sensazioni anche forti che può provare e a sentire che col corpo può regolare le emozioni, attraverso il respiro, il grido, la risata, il movimento…
- Familiarizza con le tue emozioni: il miglior insegnamento per i bambini è avere degli adulti che non fuggono dalle proprie emozioni, ma le ascoltano e le accettano come parti integranti del proprio percorso di crescita.
Giulia Cavalli
Articolo comparso su Educare 03,2015, n.2.