Contatti
Via Alessandro Manzoni, 11 Gessate (MI)
info@educare06.it
+39 334 8282861
Tags
Visualizza i contenuti che trattano di questi argomenti cliccando sul tag di tuo interesse.

aggiornamenti

Ucci ucci sento odor di bambinucci!

La percezione è la via privilegiata alla costruzione della "mente conversazionale". Ce ne parlerà la psicologa e psicoterapeuta Miriam Gandolfi.

11.10.2019

Ucci ucci sento odor di bambinucci! - Immagine: 1
Ucci ucci sento odor di bambinucci! - Immagine: 2
Non occorre essere soggetti straordinari, come l’Orco della popolare storia per bambini, per riconoscere l’odore di un cucciolo. Chiunque abbia annusato e aspirato a fondo l’odore di un neonato sa che non lo scorderà più.L’olfatto è un organo di senso davvero straordinario, non solo perché nel percorso dell'evoluzione è il più antico, infatti i suoi recettori risiedono nelle aree del cervello più arcaiche, quelle frontali, ma perché svolge due complesse funzioni particolari. 

La prima è neurobiologicamente fondata: l’olfatto ha la capacità di potenziare le altre funzioni sensoriali, che risultano sempre simultaneamente connesse con esso. 

Gli studiosi del Monell Chemical Senses Center, un centro di ricerca di Philadelphia specializzato nel gusto e nell'olfatto,hanno scoperto che l’esperienza del “sapore” di un cibo non è dovuta solo ai recettori del gusto,situati sulla lingua, ma è il risultato della connessione tra esperienza gustativa e olfattiva. Vi sono sapori, per esempio una caramella alla vaniglia,che si possono identificare e gustare solo grazie alla percezione “retro-olfattiva”. In altre parole ci sono cibi, in particolare quelli dolci, che si possono gustare e riconoscere solo con il naso aperto.Se ce lo tappiamo mentre mangiamo non saremo più in grado di percepire il sapore di ciò che ingoiamo. Questo è dovuto al fatto che il nostro cervello distingue tra gli odori che sentiamo attraverso le narici e quelli che raggiungono la cavità nasale mentre mangiamo. Per riconoscere queste diverse informazioni sensoriali la cavità nasale dispone di 350-400 tipi diversi di recettori.

Bene, questo può darci un’idea di cosa rappresenti, per un neonato, l’esperienza dell’allattamento e poi, per un bambino che cresce, l’incontro con il mondo. 

La “bocca olfattiva” non è (solo) una via di accesso erotizzata, ma una via di conoscenza vera e propria: il canale attraverso cui percezione-emozione-cognizione iniziano il loro percorso di connessione inscindibile. 

Sempre gli studiosi delMonell Senses Center hanno messo in evidenza che anche bambini con gravi lesioni cerebrali riescono a mantenere questo mezzo di scannerizzazione del mondo, proprio perché regolato dalle parti più arcaiche del cervello, che agiscono sempre simultaneamente. Questo ci aiuta a guardare con altri occhi quelle che, in una visione riduzionista, sono viste come indicatori di patologia: le “stereotipie” olfattive manifestate da bambini con diagnosi di autismo.

Chi conosce il mio approccio all'età evolutiva sa che propongo sempre di guardare il bambino come essere competente nella relazione (in senso lato,cioè a mettere in relazione) e come addestratore dell’adulto. In questo caso la mia affermazione risulta più confermata che mai. Ricordo un bimbo autistico che era in grado di riconoscere e nominare molte marche di saponette con cui le persone si erano lavate le mani anche un’ora prima di incontrarlo. 

Un vero “naso Superstar”(coloro che vengono assunti dalle ditte produttrici di profumi!). 

Questa è solo la prima funzione straordinaria di cui Madre Natura ha dotato i mammiferi. 

L’aspetto neurobiologico rappresenta la base di una seconda funzione ancora più straordinaria per la sopravvivenza. Per comprenderla dobbiamo seguire lo sviluppo della funzione olfattiva a ritroso nella scala evolutiva degli esseri viventi.Gli entomologi, studiosi degli insetti, specializzati negli insetti sociali e in particolare nella vita delle formiche e delle api, ci offrono delle ricerche illuminanti. 

Poiché lo sviluppo e la sopravvivenza degli insetti sociali, esattamente come quella dei mammiferi sociali e tra questi gli umani, dipende dalla capacità di coordinarsi e appartenere alla propria colonia, branco, famiglia, clan, ecc., è fondamentale la funzione che permette di riconoscerli e farsi riconoscere/accogliere. 

Ogni individuo, formica o cucciolo umano, appartenente alla categoria di “organismo sociale” è dotato della capacità di identificare “l’odore del nido”,mediante il quale è in grado sia di riconoscere i suoi abitanti sia di farsi riconoscere come appartenente. Le formiche e le api per esempio riescono a orientarsi anche a distanze enormi grazie all'odore del nido o di un’intera colonia di nidi.Dunque l’olfatto determina e costruisce il legame di appartenenza. Il mondo animale ci insegna quanto importante e delicato sia questo processo nel primo contatto madre-cucciolo. 

Un’interferenza in esso può causarne l’abbandono o facilitarne l’adozione da parte di un’altra femmina(si pensi alle varie specie di mammiferi in cui bracconieri abbattono femmine con cuccioli non svezzati).Ma non è tutto qui. Torniamo ai nostri preziosi insetti. Einstein ha affermato che il giorno in cui non ci saranno più api il genere umano avrà concluso la sua possibilità di sopravvivenza! Api e formiche si rivelano vere e proprie miniere informative per quanto riguarda lo studio dei processi di comunicazione.

Esse infatti sono in grado di decodificare gli odori ambientali e di produrre segnali chimici olfattivi (ferormoni) per segnalarne la presenza alle compagne. Possono anche marcare e lasciare una scia per riconoscere a distanza un deposito inodore di acqua. 

B. Hölldobler e E. O. Wilson, tra i maggiori esperti di mirmecologia (studio delle formiche), hanno scoperto che lo scambio di alcuni ferormoni hanno la specifica funzione di ottenere l’aiuto di una compagna operaia nella ricerca o nel trasporto del cibo. Lo scambio olfattivo avviene attraverso il contatto delle antenne: potremmo dire che le formiche annusano attraverso esse. 

Quando una formica desidera questo aiuto tira leggermente una compagna con le mandibole mentre la tocca con le antenne, a questo segnale le due reclutatrici di cibo si lanciano in quella che viene chiamata “la corsa in tandem”. Se la prima si allontana troppo, la corsa in tandem si interrompe: la prima, che si accorge di non essere più seguita, si strofina le antenne sul gastro (sede delle sostanze olfattive) si gira e tocca le antenne della compagna, solo a quel punto la corsa in tandem riprende.Le formiche in questione (non tutte, ve ne sono più di 14.000 specie) producono tracce odorose “personali” che le identificano e che preferiscono seguire. 

Dunque l’olfatto si rivela una funzione sensoriale fondamentale nella costruzione di un complesso e articolato SISTEMA DI COMUNICAZIONE di cui tutti gli essere viventi, ora sappiamo anche i vegetali, sono dotati. 

Allora, tornando ai cuccioli d’uomo, pensiamo a quanto straordinario, divertente e interessante lavoro ci attende. 

Il bambino è già competente e attrezzato per rivolgere la sue narici al mondo,ma i grandi se ne ricordano?Durante l’allattamento, il bebè fa già tutto da sé,senza bisogno di estenuanti quanto dannosi ingozzamenti chiamati “allattamento a richiesta”.Il bimbo non soffre di “fame precoce”, il bimbo necessita di conferma di appartenenza e a ciò serve l’odore e non il latte. Mano a mano che egli cresce l’apporto dell’adulto diventa cruciale.In che modo? Per esempio, proporre di annusare un cibo prima di posarlo in bocca. Giocare a riconoscere un cibo o un oggetto a occhi chiusi,imparare a nominare gli odori e gli oggetti che li producono. Insomma “assaggiare con il naso”il mondo. Pensiamo al bombardamento forzato e innaturale che subisce un grande immaturo durante i mesi di ospedalizzazione. 

Quello sarà il suo imprinting olfattivo e l’uscita da quel nido –tanto indispensabile quanto estraneo agli odori di una casa – sarà per lui un salto nel vuoto.Tutti gli adulti che si prendono cura di cuccioli devono ricordare che la percezione è l’inizio di ogni conoscenza emotiva e cognitiva. Infatti le esperienze percettive rappresentano la via privilegiata di stimolo e di sviluppo del bambino.Essa è fondamentale proprio perché si fonda sui processi primari di interconnessione delle aree cerebrali (stimolando una funzione, attiviamo tutte le aree del cervello) e con essa si attivano e consolidano le competenze biologiche su cui si fondano i processi relazionali e comunicativi tra soggetti. 

I processi percettivi plurisensoriali rappresentano il prerequisito neurobiologico a quella che altrove ho definito “la mente conversazionale”

Con questo termine intendo tutti i processi che avvengono TRA i partecipanti a una relazione.Risulterà chiaro dunque come mai l’olfatto è un canale sensoriale così importante: è l’unico che permette uno scambio informativo senza contatto fisico diretto. Più di ogni altro avvicina ciò che è lontano. Un naso ben educato può percepire e riconoscere odori che altri non sentono,può accorgersi del soffocante abuso di profumi commerciali e di inquinamento. Può connettersi virtualmente e generare memoria di immagini, situazioni e persone, con tutte le reazioni emotive ad esse connesse.È esattamente in questo modo che ho potuto, insieme ad alcuni collaboratori, ridurre i comportamenti problematici e riattivare anche il linguaggio parlato in bambini e ragazzi con diagnosi di autismo. Ma questa è un’altra storia.

Miriam Gandolfi, psicologa e psicoterapeuta.

Articolo comparso su Educare03, 2017, n.5.

Tag:
Contatti
Via Alessandro Manzoni, 11 Gessate (MI)
info@educare06.it
+39 334 8282861
Tags
Visualizza i contenuti che trattano di questi argomenti cliccando sul tag di tuo interesse.