La genesi di questo lavoro, sospeso tra formazione e ricerca, affonda le proprie radici nel progetto di ricerca "Nido Sonoro" (del Centro Studi musicali e sociali Maurizio Di Benedetto, Lecco, 2003-2007), che aveva permesso di conoscere meglio i comportamenti musicali spontanei che i bambini mettono in atto quando si trovano davanti a un corpo sonoro. La sperimentazione si è sviluppata ulteriormente fino al progetto "Nidi sonori in Valdera", realizzato a Pontedera dal 2012.
Per provare a rispondere all'esigenza di promuovere il valore delle esplorazioni musicali in un contesto più relazionale e sociale, si è preso spunto da una pratica quotidiana e diffusa: il dialogo. Una condizione comunicativa che può spontaneamente coinvolgere tanto il rapporto tra due bambini, che tra un bambini e un adulto, quando sono interessati ad attivare tra loro un'interazione con i suoni. Ci si è quindi concentrati in particolare sulla relazione bambino-adulto, attraverso la promozione di un'azione di rispecchiamento competente da parte dell'adulto.
"Suoni con me?" è diventata così la richiesta che un adulto poteva fare a un bambino, o viceversa, come semplice proposta di gioco per divertirsi, per imparare, dove nella preposizione "con" è racchiusa la possibilità di essere insieme nel suono, di crescere nella reciprocità della relazione, di imparare a conoscere nella condivisione delle esperienze.
Fondamentale è la capacità dell'adulto di osservare e osservarsi, ponendo attenzione alla relazione che i piccoli attivano, in loro presenza con il mondo sonoro della loro quotidianità, evitando di imporre qualsiasi contenuto, esercizio, materiale, ma lasciando spazio e iniziativa al bambino, con fiducia.
Uno dei riscontri più interessanti sul piano educativo è stato il riconoscimento di come un'attività musicale consapevole e mirata permetta di conoscere i bambini in una nuova luce e consenta di poter meglio valorizzare i potenziali di crescita di ognuno.
Leggi l'articolo completo su Educare03, n. 5 (maggio-giugno), 2018.
Maurizio Vitali