Morsi e graffi… come fare?
Nei bambini del nido il morso può essere il risultato finale di processi psichici diversi:
- può essere l’espressione di un desiderio conoscitivo dell’altro (15-20 mesi circa). Al nido spesso succede che i bambini esplorano con la bocca gli altri bambini come se fossero oggetti; a volte il morso può essere anche la conseguenza di un bacio “troppo focoso”;
- può essere una reazione dovuta al fatto che il bambino al nido non riesce ad avere un’attenzione totale e prolungata da parte dell’adulto e quindi cerca di attirare l’attenzione in questo modo;
- può insorgere come conseguenza di un conflitto scaturito per l’ottenimento di un gioco (reazione a una frustrazione);
- può essere una manifestazione di gelosia in seguito all’arrivo in sezione di un nuovo bambino che “cattura” l’attenzione delle educatrici (esigenza di affermare la propria individualità, “ci sono anch’io, esisto, ti ricordi di me?”) ;
Il morso o il graffio, attraverso l’intervento dell’educatrice, diventano esperienze educative che insegnano ai bambini a condividere un giocattolo, a esprimere la gelosia in modo appropriato, ad aspettare, a manifestare il proprio desiderio di conoscenza degli altri bambini in modo diverso.
Il nido, accanto alla famiglia, può svolgere un ruolo fondamentale in quanto “scuola di relazioni”: l’educatrice trasmette gradualmente il senso del limite e aiuta il bambino a comprendere che l’espressione di sé trova un confine nei bisogni e nella sensibilità dell’altro. I bambini piccoli non hanno quella capacità di mettersi nei panni dell’altro che può avere un adulto, pertanto questa capacità va costruita giorno per giorno, verbalizzando per esempio al bambino che morde le sue emozioni e le emozioni provate dal bambino che è stato morso, stando ben attenti a non dare giudizi sul bambino. E’ il comportamento “dare i morsi” che è sbagliato, non il bambino che è cattivo.
Il nido attraverso il gioco insegna ai bambini che fare le cose insieme è positivo, propone esperienze che potenziano la capacità di collaborazione tra i bambini, il rispetto e la cura per l’altro svolgendo così anche un’azione di prevenzione nei confronti delle manifestazioni aggressive. Inoltre, al nido il bambino ha la possibilità di vivere anche un’altra esperienza molto importante dal punto di vista educativo: quella di essere “normato” da un suo pari, che di fronte al morso magari gli risponde “i morsi non si danno, mi hai fatto male”. Infine, il nido può aiutare i bambini a consolidare la fiducia in se stessi e a sviluppare una positiva immagine di sé attraverso l’apprezzamento e la valorizzazione delle capacità del bambino, risulta un importantissimo “strumento di cura” degli impulsi difficili da frenare.
Morsi, graffi e spinte che al nido a volte si manifestano, possono tradursi in carezze, rispetto e dialogo solo in un clima non colpevolizzante, capace di porre la regola e il limite, ma anche di accogliere l’altro.
Sara Manzoni
(Approfondisci anche con l’articolo di Maria Rita Parsi: Morde, urla, rompe, scalcia)