Osservare il bambino e fidarsi del proprio istinto erano per lui i punti di partenza per entrare in relazione con i figli, capaci sin da piccolissimi di comunicare e di porsi in relazione con l'altro. In particolare, l'osservazione si concentra su come il piccolo reagisce con livello di movimento, attività e attenzione e con le emozioni all'intervento dell'adulto e come a sua volta lo influenza, creando pattern unici di comunicazione intersoggettiva.
A Brazelton dobbiamo molto dell'idea attuale di "bambino competente": fin dalla nascita, anche coloro che paiono più vulnerabili, hanno delle capacità, dal momento che hanno già un'esperienza lunga 9 mesi, che gli permette di "controllare" il proprio comportamento per rispondere ai contesti in cui viene a trovarsi.
Lo ricordiamo anche per il suo famoso approccio relativo ai "punti salienti" (touchpoints). Nei primi tre anni di vita ne ha identificati 12. Si tratta di un metodo che si basa su un'idea positiva dello sviluppo, dove si guarda alle competenze che si modificano nel tempo, ma sempre presenti (al contrario di altri approcci che si concentrano su ciò che "non funziona" nel bambino, sui suoi deficit), su un concetto di crescita come multidimensionale e non lineare e di educazione come collaborativa più che prescrittiva.
Punto focale è l'importanza delle relazioni e del benessere degli adulti che si occupano dei piccoli: la salute e lo sviluppo dei bambini dipendono dalle relazioni e dal benessere provato con gli adulti intorno a loro. Ecco perché Brazelton (insieme a Greenspan) hanno steso questa lista di bisogni irrinunciabili dei bambini piccoli:
- sviluppare costanti relazioni di accudimento,
- ricevere protezione fisica,
- fare esperienze che tengano conto della propria specificità,
- essere stimolati e accettati in modo adeguato al proprio grado di sviluppo,
- sperimentare limiti chiari dati dagli adulti,
- poter vivere con dei riferimenti stabili.
Puoi leggere l'intero articolo scaricando gratuitamente Educare03, n. 4, marzo-aprile, 2018.
Giulia Cavalli, Simona Vigoni